. Stai ascoltando radio illusioni parallele
Ascolta R.I.P. su www.riplive.it

mercoledì 21 settembre 2011

Il nuovo sito di RIP

Un saluto a tutti da Saul, l'Avatar che da sempre accompagna Radio Illusioni Parallele.

Faccio questa intrusioni nel sito del vostro affezionato Berg per comunicarvi che da oggi non ci saranno più aggiornamenti del suo blog a questo indirizzo.

Per seguire i sogni, sorrisi, dolori e realtà legati alla storia del Papavero bianco dovrete visitare il nuovo sito di RIP www.riplive.it, in particolare per seguire il blog di Berg, questo è il nuovo indirizzo ...


Tutto qui, nessun grande sforzo in realtà ... continuate a starci vicini.

Grazie


--- nessun post è stato maltrattato durante questo trasferimento ---

lunedì 13 giugno 2011

Grazie

Questa non è la vittoria di nessun partito, è la vittoria di un paese.

Viva l'Italia.



venerdì 10 giugno 2011

Votare Oh Oh!



B.

12 e 13 Giugno: Mare chiuso! Vai a votare!

Bisogna andare a votare!

E se vuoi un consiglio per non sbagliare barra 4 SI!



B.

mercoledì 8 giugno 2011

A chi è stato, a chi è, a chi sarà

Se mi avessero detto a cosa andavo incontro sarei scappato, avrei rifiutato. Sognare, vivere e godersi la bellezza e la straordinarietà dell'impatto che puo' avere una novità è facile, è cosa accessibile a tutti. Soffrire, aver paura, cadere è comune, è quasi scontato, ma aver la capacità di rialzarsi è qualità di pochi.
Non è mai facile gestire un sogno, qualsiasi sia la sua grandezza e la sua potenza d'impatto, non è mai facile perchè prima o poi se sei fortunato quel sogno diventa realtà e in quanto tale porta con sè una quantità di difficoltà e di ostacoli incredibili. Solo chi ha la forza, il coraggio e la caparbietà di affrontarli e superarli merita di viversi e godersi il suo sogno.

Ma quando capisci che vale la pena lottare per questo sogno tutto diventa incredibilmente più leggero, meno faticoso, certo comporta sacrifici ma tutto è più semplice.
Se avessi davvero rifiutato oggi sarei qui a mangiarmi le mani, a maledirmi per aver avuto paura di rischiare, bisogna aver pazienza, dedizione e i frutti di tutti gli sforzi verranno automaticamente alla luce riempiendoti di gioia ed orgoglio.
Siamo vanitosi noi essere umani, abbiamo bisogno di sentirci apprezzati, anche solo da noi stessi ma dobbiamo sfamare il nostro ego in qualche modo.

RIP è il mio sogno, un sogno che sta prendendo sempre più forma. Ma non sono presuntuoso, per far ciò è stata fondamentale la dedizione, la passione che altre persone hanno messo in questo progetto. Ammiro e invidio la capacità di certe persone nel vedere oltre, nel capire che qualcosa di buono con tanto impegno puo' venir fuori, nel saper soffrire e soprattutto nel sapere avere la giusta pazienza affinchè il sogno diventi qualcosa di reale.
Non avrei mai pensato di vedere quello che vedo oggi, una sede tutta nostra, splendida, dei programmi reali, concreti e fatti bene nonostante l'esperienza davanti ai microfoni sia limitata ad un paio di anni.
Ma la cosa che mi rende più orgoglioso di RIP è che tutto si muove, che la gente è interessata, che nuovi volti si affacciano sul nostro oceano di idee aggiungendone altre e alimentando quel fuoco che è la passione che ci spinge a tirar fuori la testa e respirare, senza mai nascondersi.

Quindi volevo ringraziare tutte quelle persone che stanno alimentando questo fuoco, che ci stanno aiutando affinchè il nostro sogno prenda forma, affinchè il nostro sogno, un giorno, possa diventare anche il vostro.

Spero di aver reso l'idea di quello che si nasconde dietro alla mia figura così "posata", "comune" e "dentro le righe".

Buon Compleanno RIP.


Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato, e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso…


Ernest Hemingway



B.

lunedì 6 giugno 2011

Carletto

Non so perchè ma mi sei venuto in mente.

Mi manchi.



B.

mercoledì 18 maggio 2011

Rock Moments #1 - 14 gennaio 1978

Il bus arrivò finalmente a San Francisco, Johnny fu il primo a scendervi. Completamente zitto, con lo sguardo perso nel vuoto sembrava quasi si stesse isolando da tutto quello che lo circondava, sembrava quasi stesse già guardando oltre, alla ricerca di un qualcosa di diverso, di più vero, di nuovo.
Non sopportava più queste situazioni, nulla li dentro era più suo.

Quando il suo pensiero tornò a focalizzarsi su San Francisco e sul loro spettacolo ebbe un sussulto, ebbe quasi l'impressione di non aver respirato per ore. Diede un'occhiata alla struttura, sentiva nell'aria quella spasmodica attesa che precedeva lo show.

Sid lo urtò involontariamente e gli sorrise, Jhonny non riuscì a ricambiare, non ne era in grado, l'eroina si stava mangiando il suo più grande amico e tutti attorno anzichè aiutarlo fomentavano questa suo autolesionismo. Era troppo, davvero troppo.



Ormai il concerto era agli sgoccioli, restava una sola canzone e poi tutto sarebbe finito, per sempre. Aveva chiesto di chiudere con una cover, non si stupì del fatto che nessuno gli chiese come mai volesse così, voleva così, doveva essere così. Respirò a lungo nel tentativo di tirar fuori la grinta che per tutto il concerto aveva tenuto per sè. Non seppe mai se ci riuscì ma per lui quella canzone significava qualcosa di importante, qualcosa di definitivo.

La canzone finì, Johnny si sentì libero, leggero ma allo stesso tempo distrutto, debole e insignificante, si sedette sul bordo del palco guardò il pubblico fece una risata amara, piena di disgusto e disse:"Avete mai avuto la sensazione di essere stati imbrogliati?!?", restò qualche secondo in silenzio, a lui parve un'infinità, infine urlò:"Buonanotte", lanciò con tutta la forza che aveva il microfono sul palco e se ne andò per non tornare mai più.

Questa è la storia di Johnny Rotten e dei Sex Pistols, in realtà l'ho inventata, nel senso che fu davvero l'ultimo concerto di Rotten e pronunciò davvero queste frasi, ma ho voluto giocarci un po' provando ad immaginare cosa potesse passare per la testa di un personaggio del genere.
Benvenuti nella mia personalissima e perversa rivisitazione dei momenti che hanno segnato la storia della musica, potrebbe essere l'unico "episodio" come potrebbe diventare il primo di una lunga serie, questo non lo so, sta anche a voi decidere, nell'attesa:



B.